Nel mondo dell’arte le donne, purtroppo, sono rimaste spesso sconosciute, relegate e chiuse nei loro ruoli di mogli, madri o chiuse in conventi. Poi, con l’evolversi del tempo, della società, sono riaffiorate e sono state riscoperte, ritenendole degne anche di mostre dedicate esclusivamente a loro.
Eppure, a volte, proprio l’opera di una donna ha ispirato un’espressione, un tema ad un artista uomo, come è stato rilevato nel caso di un disegno di Sofonisba Anguissola, pittrice cremonese vissuta fra il 1535 e il 1625, ritrattista impegnata anche alla corte spagnola di Filippo II, dove arrivò come dama di corte della regina Isabella.
Lo schizzo, notato dal Buonarroti fra alcuni disegni inviatigli dal padre di Sofonisba, ricordata anche nelle “Vite dei pittori” di Giorgio Vasari, ritrae un bambino nell’istante in cui è morso da un gambero, e quella sensazione di dolore, colpì probabilmente il Caravaggio, che ce la fa rammentare nel quadro del “Fanciullo morso da un ramarro”: la bocca urlante per il dolore, le mani ritratte, i lineamenti del viso contratti.
Fanciullo morso da un gambero Ragazzo morso da un ramarro
Sofonisba ebbe una vita lunga e movimentata trascorsa fra la Spagna, la Toscana, la Liguria e infine la Sicilia, dove ormai ultranovantenne, incontrò il giovane Anton Van Dyck, che volle conoscerla dopo aver apprezzato le sue opere; opere che comprendono non solo ritratti, ma anche scene di vita quotidiana (come la Partita a scacchi) e che denotano la sua capacità di catturare le attitudini psicologiche dei personaggi, oltre all’attenzione minuziosa ai dettagli, sia dei vestiti che dell’ambiente.
Partita a scacchi Ritratto di famiglia Ritratto di Alessandro Farnese
E’ da sottolineare l’importanza che Sofonisba Anguissola ha rivestito nei confronti della partecipazione femminile alle vicende artistiche, aprendo la strada al successo di altre pittrici, come per esempio Lavinia Fontana o Barbara Longhi.